Due poesie di Ibn Hamdis

Sembrano perfezioni

Sembrano perfezioni, ma risplendono
soltanto agli occhi tuoi: valgono niente;

quanti nemici stanno in un amico
e in quanta quiete si nasconde il ladro!

Quanti cavalli di armoniose forme
non arrivano, deboli, alla meta!

Quanti cammelli, in viaggio, nella notte,
li trattiene il difficile cammino!

Così l’affanno trascina l’amante
dove l’ascesi e l’angoscia si legano:

sventura all’uomo afflitto da ignoranza,
che gli lodano il corpo e non l’ingegno!

È quasi un’ala, a volare, il denaro:
ma già è stroncata, e non rimane un bene:

quanti uomini degni in vile veste!
Si lucida una spada, e non la gemma.

(traduzione di Edoardo Sanguineti)

*

Orto un tempo nido dell’incontro

Orto un tempo nido dell’incontro
orto chiuso dal fuoco dell’assenza
chi mi renderà il tuo odor di basilico
immortale dono del paradiso?
Quanta saliva dal sapor di miele
stillava dalla fresca grandine!
Servo d’amore
che tanta piaga affligge
e sempre in piedi mi costringe
a voi chiedo pietà, sì lontana
pur se amor lancia il dardo
è la mira dal tiro…
Chi mi salverà dall’accidia del deserto?
Chi verso il disco del sole mi aiuterà a volare?

(traduzione di Biancamaria Frabotta)

Abd al-Jabbār ibn Muhammad ibn Hamdīs ( Noto, SR 1056- Maiorca 1133) è uno dei massimi esponenti della poesia arabo-sicula medievale. Di nobile famiglia, fu costretto all’esilio dopo la conquista normanna della Sicilia; lasciata l’isola verso il 1078, fu ospitato presso varie corti, destino che lo accomunò a tanti altri poeti suoi compatrioti (come Al-Ballanūbī). Hamdis fu dapprima a Siviglia, poi in Marocco, Algeria e Tunisia. Morì probabilmente a Maiorca, lontano dalla patria che aveva sognato e rimpianto per tutta la vita. Di lui ci rimane un canzoniere ( diwan) di circa 6.000 versi, la maggior parte dei quali dedicati alla bellezza femminile e all’amata Sicilia.

Donatella Pezzino

Fonte: Poeti arabi di Sicilia, a cura di Francesca Maria Corrao, Messina, Mesogea, 2002.