Il giorno come cammino di Luce. Sant’Ambrogio

croce antica in un giardino,immagine simbolica poesia S.Ambrogio

Al canto del gallo

Artefice eterno del mondo,
che notti e giorni governi,
e il tempo dei tempi disponi,
perché il tedio si spezzi,

già canta l’araldo del giorno,
sentinella di notte profonda,
luce notturna ai viandanti,
notte dalla notte separando.

Così il risvegliato Lucifero
libera da caligine il cielo,
così tutta la schera dei perduti
lascia le vie del male.

Così ritrova forze il navigante
e le onde si placano,
così nel canto lavò la colpa
la stessa pietra della Chiesa.

Coraggio, ora leviamoci!
Scuote gli inerti il gallo,
gli assonnati rimprovera,
i renitenti accusa.

Il gallo canta: speranza!
Salute di nuovo agli infermi,
riposto il pugnale del bandito,
torna la fede in chi ha tradito.

Volgiti in chi vacilla, Gesù,
e col tuo sguardo emendaci,
guardaci: i peccati cadono
si scioglie la colpa in pianto.

Tu luce rifulgi nei sensi
e scuoti il sonno della mente,
te per prima la voce ti loda,
in te le labbra schiudiamo.

*

Per l’ora sesta

Reggitore potente, vero Dio,
che regoli i destini delle cose,
che il mattino fai splendere
e fiammeggiare il meriggio,

spegni le fiamme delle contese,
togli il calore nocivo,
dona salute ai corpi
e vera luce ai cuori.

*

Per l’ora nona

Forza tenace delle cose, Dio,
immobile, in te permanente,
che fissi i tempi al succedersi
della luce diurna,

la sera chiara donaci,
perchè mai venga meno la vita,
ma premio di morte sacra
ci aspetti la gloria perenne.

(Inni tratti dalla raccolta Ambrogio. Inni, Trad. Mario Santagostini, Oscar Mondadori, 1992)

Aurelio Ambrogio (in latino Aurelius Ambrosius) nasce ad Augusta Treverorum nel 339-340 in un’illustre famiglia senatoriale convertita al cristianesimo già da diverse generazioni. Nel 374 viene nominato vescovo di Milano, incarico che manterrà fino alla morte.

Sant’Ambrogio è noto per l’influenza determinante avuta nella conversione di S.Agostino (da lui battezzato nel 387). Nella società contemporanea, però, egli acquisisce un’enorme popolarità soprattutto grazie all’eccezionale santità di vita, alla rigorosa purezza dei costumi e ad un carattere dolcissimo ma allo stesso tempo di grande fermezza.

Queste sue caratteristiche si traducono in una cura pastorale attenta e amorevole e in un’eccezionale capacità diplomatica. Ambrogio, infatti, riesce non solo ad influire su alcune scelte dell’imperatore, ma anche a difendere la sua comunità dai tentativi di ingerenza del potere politico.

Convinto assertore dei valori civili della romanità, li accoglie nel suo pensiero per dar loro un nuovo e più profondo significato alla luce della cultura cristiana. Muore a Milano nel 397.

E’ venerato come santo da tutte le chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; insieme a San Girolamo, sant’Agostino e san Gregorio I papa, il cattolicesimo lo annovera tra i quattro grandi Dottori della Chiesa d’Occidente. Teologo, esegeta e profondo conoscitore della Scrittura, è considerato il padre della mariologia occidentale.

Nonostante i gravosi impegni su più fronti, Ambrogio ha scritto moltissimo. Ci ha lasciato scritti ascetici, morali, esegetici, dogmatici, catechetici, epistolari, omiletici e poetici. Gli Inni, composti in dimetri giambici, sono considerati veri e propri capolavori della letteratura latina cristiana e rivestono ancora oggi un ruolo primario nella liturgia.

Donatella Pezzino

Immagine da bing