
Nel freddo senza vento che riscalda il cuore,
Riflettendo in uno specchio acquoso
Una luce che acceca nel primo pomeriggio.
È uno splendore più intenso che vampa di rami o braciere,
Desta lo spirito ottuso: non vento, ma fuoco di Pentecoste
Nel tempo oscuro dell’anno. Tra il disgelo ed il gelo
La linfa dell’anima trema. Non c’è odore di terra
O odore di cosa viva. Questo è tempo di primavera
Ma contro le leggi del tempo. Ora la siepe
Per un’ora è imbiancata da labili fiori
Di neve, più improvvisa fioritura
Di quella dell’estate, né gemme né appassimento,
Contro lo schema della generazione.
Dov’è l’estate, l’inimmaginabile
Estate il cui inizio non si sa?
(Da Quattro quartetti, traduzione di Filippo Donini, Garzanti 1959).
Thomas Stearns Eliot, noto come T. S. Eliot, nasce a Saint Louis nel 1888. Poeta, saggista, critico letterario e drammaturgo, viene premiato nel 1948 con il Nobel per la letteratura. Muore a Londra nel 1965.
La sua opera letteraria afferisce al cosiddetto “modernismo”, movimento culturale e artistico sviluppatosi fra il 1912 e la seconda guerra mondiale al quale aderirono anche James Joyce, Virginia Woolf ed Ezra Pound.
Il Modernismo denunciava la solitudine e l’estraneità dell’artista in un mondo dominato dalla scienza, e proponeva il rifiuto del passato e della tradizione.
In tale ottica, la poesia di Eliot sovverte i canoni estetici “convenzionali” abbinando il bello allo squallore e utilizzando come moduli espressivi immagini e fotogrammi frammentari, privi di qualsiasi connessione logica.
Eliot ci ha lasciato diversi poemi, alcuni dei quali destinati al teatro. Tra i più celebri si segnalano: La terra desolata, Gli uomini vuoti, Quattro quartetti.
Donatella Pezzino
Immagine da bing
Fonte per il testo di T.S. Eliot, l’articolo a cura di Luca Pizzolitto sul sito bottega portosepolto: http://www.bottegaportosepolto.it/2023/06/i-maestri-ix-thomas-stearns-eliot.html?m=1