
Felice terra, ove colei dimora,
la qual nelle sue mani il mio cor tiene,
onde a suo arbitrio io sento e male e bene,
e moro mille volte e vivo l’ora.
Or affanni mi dà, or mi ristora:
or letizia, or tristizia all’alma viene;
e così il mio dubbioso cor mantiene
in gaudii, in pianti: or convien viva, or mora.
Ben sopra l’altre terre se’ felice,
poi che duo soli il dì vedi levare,
ma l’un sì chiar, che invidia n’ha il pianeta.
Io veduto ho sei lune ritornare
sanza veder la luce che mi queta,
ma seguirò il mio Sol, come fenice.
(VI)
*
Donna, vano è il pensier che mai non crede
che venga il tempo della sua vecchiezza,
e che la giovinezza,
abbi sempre a star ferma in una tempre.
Vola l’etate e fugge,
presto di nostra vita manca il fiore:
e però dee pensar il gentil core
ch’ogni cosa ne porta il tempo e strugge.
Dunque dee gentil donna aver merzede
e non di sua bellezza essere altera:
perché folle è chi spera
viver in giovinezza e bella sempre.
(XXI)
*
Meglio era, Amor, che mai di tua dolcezza
provassi alcuna cosa o del tuo bene:
ch’è facil cosa a sopportar le pene
all’alma, lungo tempo al male avvezza.
Così, più si disia e più si prezza
il ben ch’altri conosce, onde ne viene
più doglia al cor, se quel possiede e tiene
Fortuna il vieta, lo interrompe e spezza.
Quel che già disiai nol conoscendo,
m’avea condotto assai vicino a morte,
cercando quel che m’era incerto e nuovo.
or ch’io l’ho visto, lo conosco e intendo,
pensa, Amor, quant’è dura la mia sorte,
poi che privato di tal ben mi truovo.
(XLVII)
dal Canzoniere di Lorenzo de’ Medici, ebook, Simplicissimus Book Farm, 2011.
Lorenzo di Piero de’ Medici, detto Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1449 – Villa medicea di Careggi, 1492), fu signore di Firenze dal 1469 alla morte. Oltre che uno dei politici più influenti del Rinascimento, fine diplomatico e perfetto ideale del principe umanista, è stato scrittore, poeta e grandissimo mecenate. Oltre al Canzoniere, (composto fra il 1465 e il 1477) che include ballate, sestine, canzoni e sonetti, Lorenzo ci ha lasciato una ricca produzione fra satire, poemetti, sacre rappresentazioni, canti e novelle. Frequente è in lui il richiamo a vivere in pienezza il momento presente, come nel celeberrimo Trionfo di Bacco e Arianna (1490).
Donatella Pezzino
Foto da Bing