“Ogni giorno”, una poesia di Flavio Almerighi

Un orologio, un libro e i gigli sullo sfondo. L'immagine illustra i concetti chiave della poesia.

Vestiti di gigli, della muta abbandonata dai serpenti,
quando la musica attraversa l’anima e la fa migrare
dalla propria decapitazione antica, tempi trascorsi
a fare copia del precedente ogni giorno
il cui viaggio è appena iniziato e con esso ore
cui sopravvivere nel perdurare ostinato di ogni fede
illusa dalla nascita, feticcio esibito come fosse volto
per chi non ha espressione e tratti.

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Flavio Almerighi nasce a Faenza nel 1959. Poeta, giornalista e conduttore radiofonico, ha pubblicato le sue prime liriche nel 1976.

Tra le sue raccolte poetiche si segnalano Vie di Fuga (Aletti, 2002), Amori al tempo del Nasdaq (2003), Voce dei miei occhi (Fermenti, 2011), Caleranno i Vandali (Samuele, 2016) e Isole (Fermenti, 2018). E’ presente in riviste e siti letterari e gestisce il blog personale Almerighi – amArgine come sempre dove pubblica testi propri e di altri poeti contemporanei.

Nella sua scrittura, caratterizzata da uno stile asciutto, diretto ed essenziale, il sarcasmo si intreccia all’amara dolcezza del ricordo: il verso, allora, si fa sguardo, occhio ironico sul mondo e sull’uomo, visione a tutto campo dell’inconsistenza di tutte le cose.

Poesia esistenziale, quindi, ma estremamente originale, nella quale l’esplorazione del mondo esterno si fa strumento di scandaglio del mondo interiore. In questo cammino dalla realtà all’io, l’ironia rappresenta un veicolo privilegiato per salvarsi dal baratro della disillusione.

Donatella Pezzino

Foto da Bing