“Serenata indiana” di Percy Bysshe Shelley

Notte nella brughiera. L'immagine esprime lo stile del poeta Shelley.

Sorgo dal tuo sogno soave
Dal primo sogno della notte folta
Mentre il vento respira leggero
Ed ogni stella palpitando ascolta.

Sorgo dal tuo sogno soave
E uno Spirito mi ha recato
Chi mai, chi mai saprà come?
Sotto la tua finestra, bene amato.

Nel tacito, oscuro cammino
Anche la brezza già muore.
Come pensiero nel sogno
Del ciàmpak esala l’odore.

Si spegne sul piccolo petto
Dall’usignolo il lamento
Come su te io cadrei
Per come amata ti sento.

Sollevami dall’erba dove muoio.
Irrora di pioggia mai stanca
Di baci gli occhi sfiniti,
La bocca immobile, bianca.

Io sussulti d’anèliti profondi.
Ho pallida, fredda la faccia.
Oh stringi il mio cuore sul tuo
Fino a che taccia.

(1821)

Da Poesie, Grandi Tascabili Newton, Roma, 1991, p.179

Percy Bysshe Shelley nasce a Horsham (Sussex) nel 1792. Di nobile famiglia, amico di Byron e Keats, Shelley è considerato una delle voci più autorevoli del Romanticismo inglese.

Si innamora della cultura italiana fin dalla gioventù: ciò influisce in modo significativo sulla sua scrittura e sulla sua stessa vita, portandolo a trasferirsi definitivamente in Italia nel 1818 e a comporre ispirandosi ai grandi classici della letteratura italiana.

Così, la sua poesia esprime in moduli classicheggianti i principali temi romantici della solitudine e della malinconia, in un continuo alternarsi di visioni idilliache e di immagini “gotiche” e dolorose. Muore a Viareggio nel 1822. La sua produzione annovera poesia, poemi, saggi filosofici, tragedie e prose.

Donatella Pezzino

Immagine da bing