
Nulla più triste di quell’orto era,
nulla più tetro di quel cielo morto
che disfaceva per il nudo orto
l’anima sua bianchissima e leggera.
Maternamente coronò la sera
l’offerta pura e il muto cuore assorto
in ricevere il tenero conforto
quasi nova fiorisse primavera.
Sergio Corazzini (Roma, 6 febbraio 1886 – Roma, 17 giugno 1907)
(da “Le aureole”, 1905)