
È l’alba. S’illumina il mondo
come l’acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all’improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.
Giorno d’inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d’un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all’aspirare l’aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
È così, mio usignolo, tra te e me
c’è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.
*
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
*
Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne
amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.
*
Ho sognato della mia bella
m’è apparsa sopra i rami
passava come la luna
tra una nuvola e l’altra
andava e io la seguivo
mi fermavo e lei si fermava
la guardavo e lei mi guardava
e tutto è finito qui.
*
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.
*
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.
( da Poesie d’amore, trad. di Joyce Lussu, Oscar bestsellers, Italian Edition, Mondadori, Edizione del Kindle, 2006).
Nâzim Hikmet nasce a Salonicco nel 1902. Considerato uno dei più importanti letterati turchi di epoca moderna, è poeta, drammaturgo e scrittore.
Di nobile lignaggio, cresce in una famiglia di intellettuali e di artisti e quindi in un ambiente culturalmente ricco di stimoli. Politicamente e socialmente impegnato, vive una vita travagliata a motivo delle persecuzioni politiche e di dolorose vicende private. E’ candidato al Nobel per la Pace nel 1950. Muore a Mosca nel 1963.
Autore di vari scritti di prosa, poesie e teatro, Nâzim Hikmet ha rivoluzionato la lirica turca con l’uso del verso libero. Tra le sue opere più celebri ricordiamo il romanzo Gran bella cosa è vivere, miei cari e la raccolta poetica Poesie d’amore.
Donatella Pezzino
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